Ultima modifica: 26 Marzo 2015
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Il Gabinetto di Fisica

Il Gabinetto di Fisica del Liceo Paolo Sarpi di Bergamo

Gabinetto_miniIl Gabinetto di Fisica del Liceo Classico Paolo Sarpi di Bergamo è certamente uno dei più completi in area lombarda e può essere annoverato fra i più interessanti in Italia.

Relativamente agli anni compresi fra la sua origine, che risale alla fine del Settecento, e la prima metà del Novecento, la collezione del Gabinetto di Fisica comprende circa quattrocentocinquanta strumenti di interesse storico. Ma il valore storico e culturale della collezione non è rappresentato solo dalla strumentaria in essa preservato. Gli strumenti infatti sono ancora collocati negli scaffali appositamente costruiti nel 1853, scenografia perfetta e quasi immutata che rimane come preziosa testimonianza di un’epoca ben precisa nella storia della scuola e delle sue attività. E appunto il fatto che gli oggetti non siano stati separati dal loro contesto originale rappresenta una ulteriore ricchezza della collezione.

macchina-planetariaUno sguardo d’insieme alla collezione e ai documenti che la riguardano, conservati nell’Archivio storico del Liceo Sarpi, evidenzia che essa è destinata ad un uso principalmente didattico, essendo costituita per la maggior parte da apparati adatti alla realizzazione di esperienze significative che dimostrino principi e leggi di tutti i settori della Fisica classica; la presenza nella collezione di diversi “modelli”, ovvero applicazioni tecnologiche, in scala e funzionanti, di principi fisici, testimonia non solo il carattere sperimentale dell’insegnamento della Fisica durante l’Ottocento, ma anche l’attenzione verso le applicazioni pratiche derivanti dalle scoperte scientifiche.

Pochi sono gli strumenti appartenenti al nucleo più antico risalente alla fine del XVIII secolo; fra questi un modello di cuneo, una graziosa fontana intermittente, un doppio cono illustrante il paradosso meccanico, e la splendida Macchina planetaria costruita dal “macchinista” Giovanni Albrici (1743-1816) verso il 1780.

Sono dei primi anni dell’Ottocento una pregevole Macchina elettrica, definita grande negli inventari proprio in virtù delle sue dimensioni; gli emisferi di Magdeburgo; un cono tronco d’ottone; un bel dilatometro per mostrare la variazione di lunghezza dei metalli con la temperatura.

Nel suo complesso la collezione di strumenti del Gabinetto di Fisica testimonia l’evoluzione della strumentazione scientifica didattica da un punto di vista costruttivo: la scelta dei materiali, l’accuratezza della fattura sia estetica sia funzionale sono la prova della perizia dei costruttori; essa tuttavia fornisce anche preziose informazioni sulle scelte dell’amministrazione scolastica riguardo ai luoghi di acquisto operate a seguito delle vicende storiche vissute dalla città e quindi dalla scuola.

Macchina-elettrostaticaDai documenti dell’archivio storico risulta che, nei primi anni dell’Ottocento, gli acquisti di materiale scientifico per il Gabinetto di Fisica venivano effettuati in Francia, dove avevano sede i migliori costruttori di strumenti di precisione; da Parigi provengono, ad esempio, un pirometro di Wedgwood di Pixii, successore di Dumotiez, un bellissimo microscopio composto di Charles Chevalier. Gli acquisti effettuati in Italia si rivolsero in quel periodo ai famosi costruttori milanesi Carlo Grindel e Carlo Dell’Acqua, entrambi meccanici della Specola di Brera; alcuni modelli di pompe idrauliche e un modello di macchina a vapore, ad esempio, sono firmati Carlo Grindel, mentre una pompa pneumatica, una macchina di Atwood e altri strumenti portano l’incisione di Carlo dell’Acqua. Dopo l’unità d’Italia la maggior parte delle richieste di apparecchi si rivolse al costruttore torinese Giuseppe Allemano e al Tecnomasio Italiano; non mancano tuttavia acquisti presso artigiani locali, come ad esempio G. Malacrida di Bergamo, artefice dell’imponente apparecchio per dimostrare molte leggi della meccanica, entrato nella dotazione del Gabinetto di Fisica verso la fine dell’Ottocento. A partire dagli ultimi anni dell’Ottocento, in seguito alla crescente importanza delle ditte tedesche nel panorama dei costruttori di strumenti di fisica, entrarono nella collezione del Gabinetto di fisica alcuni strumenti della ditta Leibold di Colonia e della Max Kohl di Chemnitz. Si tratta di strumenti adatti alla riproduzione delle esperienze estremamente attuali per quel periodo, perché esemplificative delle scoperte più recenti, quali, ad esempio, tubi a vuoto per lo studio della scarica elettrica nei gas rarefatti e per l’analisi spettrale delle sostanze, tubi a raggi X, apparati per condurre esperienze sulle oscillazioni elettriche di alta frequenza, infine apparecchiature per lo studio delle radiazioni ionizzanti.

copertinaLa schedatura dettagliata degli strumenti si trova nel catalogo Gli strumenti del Gabinetto di Fisica del Liceo Classico Paolo Sarpi di Bergamo di Laura Serra Perani

Guarda il Catalogo

L’Associazione ex alunni del Liceo Sarpi ha concorso con un progetto per la pubblicazione del catalogo e per il restauro di alcuni strumenti, vincendo l’assegnazione di contributi da parte della Fondazione Comunità Bergamasca, che quindi ha finanziato, insieme ad altri sponsor, il progetto.

 

 




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